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Wednesday, 2 May 2012
Dodecahedral Sound Source
Some builders of acoustics sources produce dodecahedral loudspeakers. These sources have the characteristic to be omni-directional. This is one of important requirements for the sound source thatcan be create from various spherical polyhedrons. The paper: CHIN. PHYS. LETT. Vol. 27, No. 12 (2010) 124302, Directivity of Spherical Polyhedron Sound Source Used in Near-Field HRTF Measurements, by YU Guang-Zheng, XIE Bo-Sun, RAO Dan, is investigating the directivities of the spherical tetrahedron, hexahedron and dodecahedron sound sources.
Tuesday, 1 May 2012
Domanda di teoria - Energia potenziale forza centrale
Discutere l'energia potenziale e il potenziale di una forza centrale.
Per rispondere alla domanda utilizzate il materiale seguente.
Per rispondere alla domanda utilizzate il materiale seguente.
Discitiamo ora l'energia di una massa m che si muova di orbita circolare attono at un corpo di massa M
Discutiamo ora il caso della forza Coulombiana
Graficamente
Il problema della massa variabile
Discutere come si può essere affrontato lo studio di un sistema a massa variabile.
Un esempio di sistema a massa variabile è il veicolo spaziale, ossia un razzo che espelle carburante nello spazio. Usiamo questo esempio per discutere l’approccio al problema.
Supponiamo che il veicolo spaziale espella carburante a una velocità −Vo rispetto al veicolo stesso, nella stessa direzione della velocità del veicolo. Assumiamo quindi il problema come unidimensionale per semplicità di calcolo. Tralasciamo quindi i segni di vettore.
La massa del veicolo e la massa del carburante espulso in funzione del tempo sono date da:
dove α è supposta una costante positiva.
Sia v la velocità del veicolo spaziale al tempo t rispetto allo spazio (riferimento inerziale “stelle fisse”). Rispetto allo spazio, il carburante si muove con una velocità pari a −Vo+v.
Il carburante espulso conferisce al veicolo spaziale un impulso.
Consideriamo la prima equazione cardinale dei sistemi che dice che la variazione della quantità di moto totale del sistema è nulla se non ci sono forze esterne che agiscono sul sistema. Nel caso del razzo supponiamo nullo qualsiasi effetto. Scriviamo la prima equazione cardinale:
La massa del razzo è variabile e quindi devo derivare anche lei. Chiamiamo Mo la massa iniziale del razzo. Essa sarà funzione del tempo come: M(t)=Mo−αt.
Inserisco nell’equazione del moto trovata prima:
Ovviamente non possiamo pensare che il razzo espella tutta la sua massa (ci sono la struttura stessa e il motore). Detto T=Mo/α, supponiamo che il tempo di espulsione sia al massimo il 90% di T.
Calcoliamo la velocità in funzione del tempo integrando l’accelerazione. Usiamo le tavole degli integrali per svolgere l’integrazione:
Forze interne ed esterne al sistema
Cosa intendiamo per sistema di particelle e per forze interne ed esterne?
Un sistema è un insieme di corpi. Essi interagiscono tra di loro e con altri corpi che non fanno parte del sistema. Se il sistema non ha interazioni col mondo esterno si dice "isolato". In Fisica I, si studiano i "sistemi di particelle".
Un sistema di particelle è un
Su ogni punto di un sistema agiscono tutti gli altri punti del sistem con "le forze interne". Su ogni punto del sistema può anche agire il resto dell'universo con le "forze esterne".
Torniamo all'esempio di Giove e le sue lune. Questo "sistema" compie la sua rivoluzione attorno al Sole, mentre le lune girano attorno al pianeta. Dopo aver identificato le forze interne ed esterne, possiamo dire che la rivoluzione è determinata dall'azione del Sole.
Ricordiamo ora che vale il principio di azione e reazione.
Le forse interne si annullano a coppie.
Quindi, facciamo ancora un esempio:
La "risultante" delle forze è la somma di tutte le forze che agiscono su tutte le particelle del sistema: questa riusltane coincide con la somma delle forze esterne che agiscono sulle particelle del sistema poiché le forze interne si annullano a coppie.
La risulante delle forze esterne è la grandezza che compare nella prima equazione cardinale dei sistemi.
Centro di massa
Definire il centro di massa.
Notare che la posizione del centro di massa non dipende dal riferimento, il vettore posizione sì. Ma questo valeva anche per la singola particella. La posizione viene infatti "descritta" dal "vettore posizione" che è quel raggio vettore che unisce la posizione all'origine del riferimento.
Possiamo anche definire la velocità e l'accelerazione del centro di massa nel modo seguente.
Monday, 30 April 2012
Campo di una sfera carica
Discutete il campo elettrico creato da una sfera con carica +Q, distribuita con densità uniforme in tutta la sfera.
Diciamo per prima cosa che la sfera deve essere fatta di un materiale isolante di modo che la carica distribuita uniformemente in essa resti dove è stata posta. Se fosse di materiale conduttore, la repulsione che vi è tra le cariche le spingerebbe a disporsi solo sulla superficie. Considerando quindi una sfera isolante uniformemente carica (+Q carica totale) con raggio a, il campo elettrico è a simmetria sferica, radiale, ma ha un modulo che dipende dalla distanza dal centro della sfera nel modo seguente:
dove ur è il vettore unitario con direzione radiale, verso l’esterno.
Per arrivare a questo risultato ci possiamo servire della legge di Gauss, che dice che il flusso del campo elettrico attraverso una qualsiasi superficie chiusa è uguale alla carica contenuta nella superficie, divisa per la costante dielettrica del vuoto.
Iniziamo con il discutere il campo elettrico in un punto P esterno la sfera. Prendiamo come superficie gaussiana una sfera con centro nel centro della sfera carica e raggio r. Calcoliamo il flusso attraverso questa sfera, ricordandoci che il campo elettrico è a simmetria sferica e su tutti i punti della sfera gaussiana deve avere lo stesso modulo e direzione radiale verso l’esterno.
Si ha quindi:
Ora prendiamo un punto dentro la sfera. Non tutta la carica Q entra nella legge di Gauss: c’è solo quella che è contenuta dentro la sfera più piccola di raggio r.
Con direzione radiale, verso l’esterno.
Se invece di avere una distribuzione di carica, si avesse avuto una distribuzione sferica a densità uniforme di massa, l'andamento del campo gravitazionale sarebbe stato analogo, nel senso che sarebbe stato zero al centro della sfera, sarebbe crescioto linearmente in modulo fino alla superficie per poi decrescere con l'inverso del quadrato della distanza fuori dalla sfera. Ricordiamoci che il verso del campo è verso il centro della sfera essendo la gravitazione sempre attrattiva.
Saturday, 28 April 2012
Le linee di Faraday
Discutete il concetto di campo e la sua rappresentazione con le linee di Faraday
In fisica, il concetto di campo nasce per rappresentare l'azione a distanza tra masse gravitazionali e cariche elettriche. Un campo gravitazionale (o elettrico) è un campo di forze generato nello spazio dalla presenza di una massa (o di carica elettrica). In elettromagnetismo si studierà anche il campo magnetico.
In fisica, il concetto di campo nasce per rappresentare l'azione a distanza tra masse gravitazionali e cariche elettriche. Un campo gravitazionale (o elettrico) è un campo di forze generato nello spazio dalla presenza di una massa (o di carica elettrica). In elettromagnetismo si studierà anche il campo magnetico.
Il campo gravitazionale è un campo conservativo, come lo è anche il campo elettrostatico, creato da una distribuzione di carica indipendente dal tempo.
In generale, con "campo di forze" si intende un campo vettoriale che genera una forza dipendente dalla posizione e dal tempo su una massa o una carica esploratrice. Per massa o carica esploratrice si intende una particella molto piccola, tale da non perturbare il campo in cui essa viene posta. Nel caso del campo elettrico, si assume che la carica esploratrice sia una piccola carica positiva.
Per rappresentare un campo vettoriale si usano le linee di Faraday. D'ora in poi, la discussione si intende fatta per il campo elettrico, tenendo presente che essa è facilmente adattabile al campo gravitazionale. In ogni punto dello spazio si può porre una piccola carica esploratrice. Spostando la particella esploratrice si trovano direzione e verso locali della forza che agisce sulla particella. Si uniscono le direzioni locali per creare delle linee dette "linee di forza". Vediamo un esempio di campo per cariche puntiformi.
Per convenzione il numero delle linee di forza in una certa regione dello spazio è proporzionale al modulo del campo ivi presente. Se osserviamo la figura, raddoppiando la carica abbiamo raddoppiato il numero di linee. Ovviamente la rappresentazione in figura è bidimensionale: dovrebbe essere immaginata come una distribuzione nello spazio.
Prendiamo l'esempio della carica +q: se ci allontaniamo da essa le linee diventano meno dense. Però il numero di linee rimane costante, come richjesto dalla legge di Gauss.
Consderiamo ora il caso di un campo conservativo. Campo conservativo significa che la forza è conservativa. Si può quindi definire un'energia potenziale e un potenizale relativo al campo. Il potenziale è quindi un campo scalare. Esso viene rappresentato dalle superfici equipotenziali, ossia le superfici nello spazio i cui punti hanno tutti lo stesso potenziale. Le linee di forza sono perpendicolari alle superfici equipotenziali, di modo che il campo "non lavori" quando la particella esploratrice si muove sulla superficie equipotenziale.
Monday, 23 April 2012
Phonons and Auxetics
About me.
One of my researches is on dispersions of phonons.
Quite interesting are the new auxetic materials, providing phononic band-gaps
2011 SPARAVIGNA A.C., Vibrations of a One-Dimensional Host-Guest System, MATERIALS SCIENCES AND APPLICATIONS, Scientific Research, pp. 5, 2011, Vol. 2, pagine da 314 a 318, ISSN: 2153-117X, DOI: 10.4236/msa.2011.25041
2007 SPARAVIGNA A., Phonons dispersions in auxetic lattices, JOURNAL OF PHYSICS. CONFERENCE SERIES, 2007, Vol. 92, pagine da 012100-1 a 012100-4, ISSN: 1742-6596, DOI: 10.1088/1742-6596/92/1/012100
2007 SPARAVIGNA A.C., Phonons in lattices with rod-like particles arXiv:0706.4076, 2007, pagine da 1 a 16
2007 SPARAVIGNA A.C., Phonons in honeycomb and auxetic two-dimensional lattices arXiv:cond-mat/0703257, 2007, pagine da 1 a 12
Friday, 20 April 2012
Principio di sovrapposizione
Il principio di sovrapposizione riguarda una proprietà di certi sistemi fisici sulla base della quale la risposta prodotta dalla combinazione lineare, ossia la somma algebrica o la somma vettoriale, di un certo numero di sollecitazioni indipendenti può ottenersi sovrapponendo le risposte che ciascuna di esse produrrebbe se agisse da sola. Quando abbiamo considerato per esempio la seconda legge di Newton, abbiamo usato la risulatnte delle forze come la somma vettoriale delle singole forze. In cinematica, un famoso enunciato di Galileo Galilei riguardante i moti relativi rappresenta il principio di sovrapposizione per il moto.
Non sempre il principio di sovrapposizione è valido: nei sistemi detti "non lineari", gli effetti dipendono dall'ordine in cui si manifestano le cause.
Il vantaggio di poter applicare il principio di sovrapposizione sta nell'essere in grado di risolvere un problema secondo le componenti: ad esempio scomponendo le forze o gli spostamenti. Per esempio in un moto a due dimensioni possono essere la componente verticale e la componente orizzontale: è possibile risolvere il problema per ciascuna di queste componenti considerata singolarmente. Le componenti possono essere ricomposte nella risultante.
Nel caso dei campi, il principio di sovrapposizione assume una forma particolarmente interessante. Se abbiamo più masse gravitazionali puntiformi, il campo risultante è la somma vettoriale dei campi. Quindi, se abbiamo una massa distribuita in un certo volume finito, sappiamo calcolare il campo risultante, anche se la cosa può essere un po' laboriosa: basta suddividere il volume del copro in tanti volumetti molto piccoli e sommare i relativi effetti gravitazionali.
La stessa cosa vale per il campo elettrico: se ho un insieme di cariche puntiformi il campo elettrico risultante è la sommatoria su tutte i campi create dalle i-esime cariche.
Non sempre il principio di sovrapposizione è valido: nei sistemi detti "non lineari", gli effetti dipendono dall'ordine in cui si manifestano le cause.
Il vantaggio di poter applicare il principio di sovrapposizione sta nell'essere in grado di risolvere un problema secondo le componenti: ad esempio scomponendo le forze o gli spostamenti. Per esempio in un moto a due dimensioni possono essere la componente verticale e la componente orizzontale: è possibile risolvere il problema per ciascuna di queste componenti considerata singolarmente. Le componenti possono essere ricomposte nella risultante.
Nel caso dei campi, il principio di sovrapposizione assume una forma particolarmente interessante. Se abbiamo più masse gravitazionali puntiformi, il campo risultante è la somma vettoriale dei campi. Quindi, se abbiamo una massa distribuita in un certo volume finito, sappiamo calcolare il campo risultante, anche se la cosa può essere un po' laboriosa: basta suddividere il volume del copro in tanti volumetti molto piccoli e sommare i relativi effetti gravitazionali.
La stessa cosa vale per il campo elettrico: se ho un insieme di cariche puntiformi il campo elettrico risultante è la sommatoria su tutte i campi create dalle i-esime cariche.
Se il campo è conservativo, il principio di sovrapposizione si estende all'energia potenziale (in quanto proviene dal calcolo del lavoro che è operazione lineare) e al potenziale. Il potenziale che si ha in un certo punti dello spazio, creato di un sistema di particelle cariche (o di masse) è la somma dei potenziali.
L'esempio mostra il caso del potenziale scelto nullo all'infinito.
Thursday, 19 April 2012
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